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CINEMA e CULTURA


Filmcritica ha compiuto 60 anni. La storica rivista di critica cinematografica e' stata festeggiata alla Casa del Cinema con Edoardo Bruno, suo direttore dalla fondazione, oltre che fondatatore con Umberto Barbaro, Galvano Della Volpe, Roberto Rossellini, e Roberto Turroni.

Edoardo Bruno: "da tempo sosteniamo l’idea di un cinema come filosofia, come nuovo modo di guardare le cose, piuttosto che un’analisi sociologica del cinema. Il cinema è sempre stato un nuovo modo di guardare la realtà; un nuovo modo di guardare la realtà in una situazione volta a volta politicamente diversa.'' ''Direi che l’idea del cinema come pensiero va sedimentata, elaborata, costruita con un lavoro che chiaramente può e deve derivare anche dall’industria cinematografica''. (da Cosmopolis)


 
Edoardo Bruno, Ordinario di Storia e critica del Film, si occupa prevalentemente di estetica cinematografica. Ha insegnato in varie Università
italiane, e pubblicato diversi libri, tra cui Tendenze del cinema contemporaneo ,Teoria e prassi nel cinema italiano, Espressione e ragione in
Stroheim, Film come esperienza, Film altro reale, Dentro la stanza, Pranzo alle otto: la commedia sofisticata, Film:antologia del pensiero critico,
Roberto Rossellini, il mio cinema, Del gusto:percorsi per una estetica del film, Ritratti autoritratti.

Ha organizzato per la Biennale di Venezia, le retrospettive di Renè Clair, Louis Buñuel, JeanCocteau, Walt Disney, curandone i relativi volumi. E’ Presidente dal 1981 del Premio Internazionale Filmcritica-Campidoglio Maestri del cinema, che negli anni ha premiato autori,come Alfred Hitchcock, Billy Wilder, Elia Kazan, Martin Scorsese, Roman Polanski Jean-Luc Godard, Blake Edwards, Clint Eastwood, Stanley Donen, Manoel de Oliveira, John Boorman, Raul Ruiz, dei quali ha curato le monografie. Nel 1968 ha diretto il film La sua giornata di gloria, interpretato da Pierre Clementi, Philippe Leroy e Carlo Cecchi. E’ Direttore, dalla sua fondazione,della rivista Filmcritica.

Delusione per il cinema italiano.Il film «Baarià» di Giuseppe Tornatore non ha superato la prima selezione degli Oscar nella categoria del film straniero. Grande escluso anche Pedro Almodovar con "Gli abbracci spezzati"

Baarìa, l'ultimo film di Giuseppe Tornatore, non sarà candidato all'Oscar come miglior film straniero. Il film non ha superato la prima selezione e non è quindi entrato tra le nove pellicole da cui il 2 febbraio prossimo uscirà la cinquina delle nomination. Gli Oscar saranno consegnati il 7 marzo al Teatro Kodak di Los Angeles. Baarìa e' stato battuto da Il nastro bianco, Il nastro bianco", pellicola del tedesco Michael Haneke e superfavorita,dopo la recente vittoria ai Golden Globe e già vincitore della Palma d'oro a Cannes e ora favorita agli Oscar 2010.

Questi i film scelti dalla Academy: El secreto de Sus Ojos (Argentina), Sansone e Dalila (Australia), The World is Big and Salvation Lurks around the corner (Bulgaria), Un profeta (Francia), Il nastro bianco (Germania), Ajami (Israele), Kelin (Kazakhistan), Winter in Wartime (Olanda), The Milk of Sorrow (Peru). La cinquina finale sarà annunciata il 2 febbraio, insieme alle altre candidature.

E' dal 1999, da più di un decennio, da quando Roberto Benigni trionfo' agli Oscar con "La vita è bella", che il cinema italiano in America,resta a bocca asciutta. Nel corso di questo decennio ci hanno provato: "Fuori dal mondo" di Giuseppe Piccioni, "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, "La stanza del figlio" di Nanni Moretti, "Pinocchio" di Roberto Benigni, "Io non ho paura" di Gabriele Salvatores, "Le chiavi di casa" di Gianni Amelio, "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini, "Nuovomondo" di Emanuele Crialese, "La sconosciuta" di Giuseppe Tornatore, e "Gomorra" di Matteo Garrone, tutti eliminati.

Una inquadratura di Baaria

Franco Mai 20.01.2010