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L'Italia restaurera' il Tempio di Augusto di Ankara


Il Tempio di Augusto di Ankara, unico insieme a quello di Roma a contenere il testamento del grande imperatore romano, sara' restaurato. Il monumento è stato inserito dal World Monuments Watch nella lista dei cento monumenti mondiali da salvare, come patrimonio culturale dell'umanità. Il recupero del sito archeologico partira' a settembre e nasce dalla collaborazione tra il Ministero degli Esteri italiano, privati e tra universita' italiane e turche. Il progetto sara' finanziato dalla fondazione Monte dei Paschi di Siena, Promotore ed ideatore del progetto, e' l'ambasciatore d'Italia in Turchia Carlo Marsili.

Ricostruzione del Tempio di Augusto di Ankara         M. Schede - D. Krencker 1936

   
 

 

 
 

 

Dopo l’annessione della Galazia, realizzata in Asia Minore da Cesare Ottaviano Augusto nel 25 a.C., un tempio venne eretto ad Ancyra, importante centro amministrativo della nuova provincia romana. L'edificio è dedicato ad Augusto e alla dea Roma, personificazione divina della città conquistatrice. Alla morte del princeps, i Romani scolpirono sul marmo del tempio, con belle lettere rubricate in latino e in greco, le res gestae Divi Augusti. L’epigrafe è la copia del documento originale, che Augusto stesso aveva composto e per sua volontà fatto incidere su due pilastri di bronzo, collocati all’ingresso del suo mausoleo, a Roma. Questo originale romano è scomparso da secoli mentre è giunta fino a noi la copia iscritta sull’Augusteum di Ankara. Il testo dell’iscrizione rappresenta uno dei documenti più preziosi del mondo romano, perché non contiene soltanto un elenco delle imprese di Augusto, ma descrive la trasformazione istituzionale della res publica in impero.

Oggi, del grandioso tempio di Augusto e della dea Roma, restano solo il pronao, le due pareti laterali della cella (una intatta e l’altra parzialmente demolita), e l’opistodomo.

All’interno del pronao, a sinistra e a destra di chi entra, campeggia il testo latino di Augusto, disposto simmetricamente in sei colonne di scrittura, tre per parte, ciascuna delle quali misura 4 m. di larghezza e 2, 70 di altezza. La traduzione greca delle Res Gestae Divi Augusti si sviluppa invece all’esterno, lungo la parete ancora intatta della cella, iscritta in 19 colonne larghe circa un metro e alte 1, 25. La superficie complessiva dell’iscrizione latina e greca misura intorno ai 46 m² .

Un’altra importante iscrizione, riferibile all’età tiberiana, si trova sull’anta sinistra del tempio e reca la lista dei sacerdoti galati, preposti al culto imperiale. I personaggi sono ricordati in sequenza cronologica con l’indicazione dei legati della Galazia.

All’inizio del VI secolo, il tempio romano fu trasformato in chiesa. Verso la metà del XV secolo, i fedeli di Haci Bayram Veli, una delle grandi figure della confraternita dei Dervisci, costruirono in suo onore una piccola moschea con il minareto, in aderenza all’antico tempio. Successivamente rimaneggiata, la moschea continua ad essere un luogo sacro per la collettività islamica. La Moschea e il Mausoleo di Haci Bayram costituiscono ancor oggi uno dei centri religiosi più importanti della capitale, mentre il monumento romano è andato in rovina. Testimoni della grandezza passata rimangono i suoi ruderi, alti quasi 12 metri e lunghi 32,50.

da

www.univ.trieste.it/~ancyra/risultati.htm