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Guerra di spie

di Mimmo Franzinelli

Edizione MONDADORI Collana Le Scie

Pagine  312

Prezzo Euro  18,00 

 

Nel 1939-40 si scatena contro il nostro Paese un'insidiosa offensiva spionistica che accompagna come un'ombra i vari teatri di guerra. I servizi segreti dei paesi belligeranti moltiplicano gli organici, studiano nuovi congegni e tecniche sempre più raffinate, ingaggiano scienziati ed estendono le loro reti in maniera sempre più capillare. Quanto e come lo spionaggio militare abbia influito sulle sorti della guerra è tema ancora controverso, occultato da giudizi sommari, ipotesi fantasiose e soprattutto da un silenzio durato oltre mezzo secolo.
In Guerra di spie Mimmo Franzinelli apre uno squarcio su un pezzo importante del recente passato: il territorio inesplorato di quegli italiani che fecero della condizione di "non appartenenza" alla patria un mestiere.


da http://ilmattino.caltanet.it Articolo di Aurelio Lepre

Franzinelli ricostruisce vicende riguardanti tutta l’Italia, ma Napoli occupa in esse una posizione di grande rilievo. Come mostrano anche i numerosissimi e pesantissimi bombardamenti ai quali fu sottoposta, il suo porto aveva una funzione fondamentale nel trasporto di truppe e rifornimenti al fronte libico. In quegli anni si aggirarono per la città molte spie o presunte tali, controllate dagli agenti del controspionaggio. Il 16 dicembre 1941 una donna nata a Costantinopoli da genitori italiani fu seguita da un agente del controspionaggio, che così descrisse la sua passeggiata per le vie della città: «Esce alle ore 11.10, si dirige verso il molo Razza (porto), percorre via della Marina, dove avvicina un milite della milizia ferroviaria con il quale si accompagna per circa mezz’ora (....). Rientra alla pensione. Ne riesce alle ore 17.30 e si dirige alla chiesa di Santa Brigida dove si ferma a pregare circa 20 minuti. Ritorna alla pensione alle ore 19. Alle ore 21 si reca al cinema Santa Brigida, prendendo posto accanto ad un sottufficiale della R. Marina. Scambia con costui qualche parola. Alle ore 23, lasciato il sottufficiale, rientra nella pensione». La donna aveva documenti falsi intestati a una sedicente Laura Fantini. Catturata e processata sarebbe stata fucilata a Roma, a Forte Bravetta, il 16 gennaio 1943: fu, ricorda Franzinelli, la sola donna giustiziata per spionaggio durante la seconda guerra mondiale su ordine del Tribunale Speciale. A Forte Bravetta finì anche la vita di un napoletano, Francesco Vigilante, che forse era innocente. Il 23 marzo una lettera anonima spedita da Napoli lo denunciò come «spia degli inglesi». Il controspionaggio lo sorvegliò per sei mesi e infine lo arrestò il 26 novembre, mentre indossava una divisa di ufficiale della marina. Aveva un documento che lo qualificava come tenente di vascello e lo autorizzava a servirsi dei mezzi di viaggio che avesse ritenuto opportuni, per compiere le sue missioni, al servizio, era scritto, dell’informazione militare. Disse di avere esercitato attività di controspionaggio sorvegliando due donne, una etiope, domiciliata in via Mergellina, e una napoletana che abitava a via dei Mille. Ammise di essere in possesso di documenti falsi, ma affermò di averli falsificati e di avere indossato la divisa di tenente di vascello proprio per potere sorvegliare meglio le persone che sospettava fossero spie. In seguito avanzò altre scuse, anch’esse piuttosto ingenue, e naturalmente non venne creduto. Ammise soltanto di «riconoscere la puerilità della sua condotta», ma non confessò mai di avere esercitato lo spionaggio, sebbene a casa sua fosse stata ritrovata una mappa della base navale della Maddalena. Fu fucilato il 20 maggio 1943, dopo un ultimo interrogatorio che lo vide ancora sostenere la sua completa innocenza. Se avesse collaborato, avrebbe potuto anche avere salva la vita: la sua ostinazione nel negare ogni colpa spinge a credere che possa essere stato colpevole soltanto di un comportamento irresponsabile, tanto più rischioso in quanto le gravissime perdite subite dalla flotta italiana erano attribuite allo spionaggio, mentre dipendevano soprattutto dalla superiorità tecnologica di quella inglese. La sua vicenda s’intreccia con quella, egualmente drammatica, di un altro napoletano, Manfredi Talamo, un eroe del controspionaggio italiano, che partecipò anche agli interrogatori di Vigilante, poiché era a capo di un apparato di controspionaggio dei carabinieri. Talamo, che prima della guerra si era occupato della decifrazione di documenti sottratti alle ambasciate straniere, nel corso del conflitto svolse un’intensa attività. Manfredi Talamo era un ufficiale dei carabinieri che aveva giurato fedeltà al re e non a Mussolini. Dopo il 25 luglio rimase fedele al suo giuramento e mise la sua abilità al servizio del legittimo governo Badoglio, partecipando alla repressione esercitata contro esponenti fascisti che volevano riportare Mussolini al potere e cercavano di prendere contatto con il governo tedesco. Dopo l’8 settembre si recò a Roma, per guidare i gruppi monarchici che partecipavano alla lotta clandestina contro i tedeschi. Ma fu catturato e imprigionato. Il 24 marzo fu fucilato dai nazisti alle Fosse Ardeatine. Avrebbe poi ricevuto la medaglia d’oro alla memoria. Nell’introduzione Franzinelli si chiede quali possano essere le motivazioni che spingono alcuni a diventare delle spie. Credo che per la seconda guerra mondiale debbano considerarsi prevalenti quelle ideali. Non si trattava di delatori, nascosti dietro le denunce anonime, ma di uomini che, come ho ricordato sopra, rischiavano la vita. Certo, può essere difficile ammetterlo, ma se si riconosce che la guerra combattuta contro Hitler fu decisiva per salvare la civiltà europea e mondiale, allora bisogna anche riconoscere che tutti coloro che la combatterono, sia nelle trincee sia nelle retrovie, contribuirono a questa salvezza


Mimmo Franzinelli, studioso del fascismo, si è occupato della crisi del primo dopoguerra (Squadristi, Mondadori, 2003), della polizia politica (I tentacoli dell'Ovra, Bollati Boringhieri, 1999, Premio Viareggio 2000), dell'impatto della dittatura sulla società civile (Delatori, Mondadori, 2001), della rimozione dei crimini di guerra nazifascisti (Le stragi nascoste, Mondadori, 2002). E' inoltre autore, con Valerio Marino, del libro fotografico Il duce proibito (Mondadori, 2003), e di Guerra di spie (Mondadori 2004) . Nel 2002 gli è stato conferito il Premio internazionale Ignazio Silone.