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L'addio al maestro Luciano Berio, grande protagonista della musica italiana,  presidente dell'Accademia di Santa Cecilia.
Luciano Berio era un compositore tra i più fantasiosi e interessanti del nostro tempo.Fu tra i pochi musicisti in grado di coniugare la ricerca musicale astratta e la sensibilità emotiva. La sua musica con quella di Stravinsky e  Bartok era al tempo stesso da ascoltare e interpretare, una musica nervosa, originale, innovativa, lontana da concessioni e debolezze.
Il maestro Luciano Berio 78nne, era nato a Oneglia nel 1925.  Col padre inizio i suoi studi musicali che proseguì con G. C. Paribeni e di G. F. Ghedini al Conservatorio di Milano. Con Bruno Maderna fondò nel 1954 lo studio di Fonologia Musicale presso la Radiotelevisione Italiana di Milano e lo diresse fino al 1961. Un successo internazionale che però ebbe vita  breve: in quegli anni la Rai iniziava quell'infelice processo di smantellamento radiofonico che portò alla chiusura delle orchestre sinfoniche di Milano, Roma, Napoli.
Il maestro Berio fu tra i musicisti il primo a portare l'elettronica nelle sue partiture (Omaggio a Joyce, 1958; Momenti, 1960; Visage, 1961): ciò che lo interessava, infatti, era poter sperimentare le prospettive acustiche delle orchestre con cui lavorava in relazione al rapporto con la scena. Il compositore ligure, produsse molto anche per il teatro (Allez-hop, 1959; Passaggio, 1963; Opera, 1970; La vera storia, 1982). Il regista Maurizio Scaparro, che con lui mise in scena la prima mondiale alla Scala della Vera Storia, su testi di Italo Calvino lo ricorda  " come un grandissimo compositore, grande anche per la sua forte personalità e il suo appassionato amore per il teatro. Aveva una curiosità attiva per i tanti aspetti dello spettacolo, aspetto piuttosto raro per un musicista".